L'Associazione Italiana per la Sicurezza Informatica (CLUSIT) ha lanciato un grido d'allarme con la pubblicazione del suo Rapporto 2024. L'analisi approfondita di dati e tendenze delinea un quadro preoccupante: l'Italia è sotto attacco costante nel cyberspazio, e l'impatto dei cyber attacchi, sia in termini numerici che di gravità, è in crescita esponenziale. Il Rapporto evidenzia chiaramente come i rischi informatici non possano più essere relegati alla sfera tecnologica, ma abbiano invece un'influenza diretta sul benessere economico e sociale del Paese.
Dalla sua prima pubblicazione nel 2011, il Rapporto CLUSIT ha tracciato l'evoluzione del panorama delle minacce informatiche. I dati presentati per il 2023 rivelano un'escalation senza precedenti. La media mensile di attacchi gravi a livello globale ha superato la preoccupante soglia dei 200 incidenti. In Italia si è invece segnato un aumento degli attacchi del 65% rispetto al 2022. Questo dato assume una rilevanza ancora maggiore se confrontato con la crescita globale, che si attesta a un comunque preoccupante +11%.
L'incidenza degli attacchi informatici sul nostro Paese è sproporzionata rispetto al resto del mondo, posizionandosi quindi tra le nazioni più vulnerabili e bersagliate. Questo scenario inquietante ci obbliga a riflettere criticamente sull'adeguatezza delle misure di protezione attualmente adottate dalle organizzazioni italiane.
Oltre all'aumento quantitativo, preoccupa la qualità degli attacchi. L'81% degli incidenti è classificato come "critico" o "grave", a testimonianza del danno ingente che queste azioni malevole causano a livello economico, reputazionale, e persino operativo.
Tra le cause principali di questa situazione si evidenziano:
Cybercrime: Il motore principale: Il Rapporto CLUSIT non lascia dubbi: il movente economico è il driver dominante. I gruppi criminali attivi online reinvestono costantemente i profitti illeciti in tecnologie e tecniche sempre più avanzate, alimentando una spirale di sofisticatezza che necessita di contromisure adeguate.
Hacktivism in ascesa: Il 2023 ha visto un'impennata del 761% degli attacchi ascrivibili all'hacktivism. Gli attivisti digitali si mobilitano contro organizzazioni e governi per motivazioni sociali o politiche, e l'Italia, coinvolta nelle tensioni geopolitiche globali, è uno dei loro bersagli prediletti.
Aumento generalizzato delle attività ostili: Il conflitto in Ucraina, tensioni internazionali e attività di spionaggio promosse da entità statali hanno generato un aumento delle operazioni cibernetiche condotte a scopo di intelligence, cyber warfare e propaganda. L'Italia, parte dell'alleanza Atlantica e con un ruolo geopolitico significativo, risulta inevitabilmente esposta a questo rischio.
Il Rapporto CLUSIT 2024 offre un'analisi dettagliata dei settori più colpiti:
Amministrazione Pubblica sotto attacco: Con 57 attacchi documentati, il settore governativo si conferma la vittima preferita, segnando un +50% rispetto al 2022. Il dato evidenzia i ritardi nell'adeguamento delle infrastrutture pubbliche e la presenza di vulnerabilità critiche.
Settore Manifatturiero in pericolo: Le imprese manifatturiere sono il secondo bersaglio più ambito, con 41 attacchi (+17% rispetto al 2022). I danni diretti ad attività produttive, furti di proprietà intellettuale e potenziali interruzioni alla catena di fornitura possono avere effetti negativi sull'intera economia del Paese.
Altri settori colpiti includono Trasporti (+620%), Finanza e Assicurazioni, Sanità, Commercio all'Ingrosso/Dettaglio, Organizzazioni No-Profit, tutti con incrementi a due cifre. Nessun ambito merceologico può considerarsi esente dal rischio informatico.
L'evoluzione delle tecniche
L'analisi delle tecniche d'attacco rivela lo sfruttamento di diversi vettori, che variano a seconda della motivazione e dell'abilità degli attaccanti:
Il Rapporto CLUSIT 2024 dipinge un quadro preoccupante della sicurezza informatica italiana, evidenziando una vulnerabilità diffusa che richiede un'analisi approfondita delle cause meno apparenti.
Difese insufficienti:
Ritardi tecnologici:
Scarsa consapevolezza:
Necessità di un ecosistema nazionale di cybersecurity:
Oltre a queste cause profonde, il Rapporto CLUSIT evidenzia altri fattori che contribuiscono alla vulnerabilità dell'Italia:
In conclusione, l'Italia si mostra particolarmente vulnerabile alle minacce informatiche a causa di una serie di fattori interconnessi. La mancanza di adeguate difese, i ritardi tecnologici, la scarsa consapevolezza e la frammentazione dell'ecosistema di cybersecurity creano un terreno fertile per gli attacchi degli hacker.
È urgente un cambio di passo a livello nazionale per rafforzare la sicurezza informatica del Paese. Investimenti in tecnologie moderne, formazione mirata, sviluppo di una cultura della sicurezza e rafforzamento della collaborazione tra pubblico e privato sono alcuni dei passi necessari per affrontare questa sfida.