Milano, 16 dicembre 2024 – La ricerca condotta da InfoCert e UNGUESS, su un campione di 700 persone (47% decision maker e 53% ruoli non decisionali), ha rivelato che il 78% degli intervistati utilizza l’IA per analisi dei dati e reportistica, il 74% per l’automazione di compiti ripetitivi e il 72% per l’assistenza clienti attraverso strumenti come chatbot e call center automatizzati. In misura minore, l’IA viene impiegata per marketing e personalizzazione (43%), ricerca e sviluppo di nuovi prodotti (37%), sicurezza informatica (37%) e supporto decisionale (33%). Gli ambiti meno utilizzati includono la gestione delle risorse umane (17%) e la supply chain e logistica (11%).
Secondo gli intervistati, la gestione operativa (58%) sarà il settore con la maggiore integrazione futura dell’IA, seguita da innovazione di prodotto/servizio (40%), supporto alle decisioni (37%) e relazione con i clienti (33%).
"L’IA rappresenta una grande opportunità per migliorare le operazioni aziendali e l’innovazione di prodotto," ha dichiarato Igor Marcolongo, Director Business Evolution di InfoCert. "Tuttavia, permangono timori relativi alla privacy, alla sicurezza dei dati e alla perdita di posti di lavoro. È essenziale accompagnare l’adozione dell’IA con normative chiare e programmi di formazione per garantire un uso responsabile e sicuro. La nostra ricerca con Unguess sottolinea che la piena fiducia nell’IA è ancora lontana, ma dimostra anche quanto sia cruciale un approccio equilibrato tra innovazione, controllo e responsabilità." InfoCert integra l’IA con il Digital Trust e soluzioni di cyber security per creare ecosistemi digitali affidabili e sicuri.
Impatto sull’efficienza e sulla produttività
Più della metà degli intervistati afferma che l’IA non ha modificato il proprio carico di lavoro. Solo il 21% dei decision maker e il 17% degli altri ruoli hanno riscontrato una riduzione del carico, anche se il 90% di chi ha percepito cambiamenti giudica positivamente l’impatto sulla produttività. Tuttavia, solo il 15% valuta positivamente l’efficienza lavorativa grazie all’IA, e il 40% esprime giudizi negativi sulla qualità del lavoro prodotto da strumenti di IA.
Sfide e criticità nell’utilizzo dell’IA
Le principali problematiche riscontrate includono:
- Qualità delle risposte: Strumenti gratuiti spesso generano risposte errate, non aggiornate o poco accurate, specialmente in ambiti tecnici come programmazione, statistica e legale.
- Comprensione delle richieste: L’IA fatica a interpretare correttamente le domande, richiedendo agli utenti di investire tempo nella loro formulazione.
- Errori nei codici generati: I codici prodotti dall’IA sono frequentemente difettosi, obsoleti o con bug.
- Problemi di sicurezza: Sono emerse preoccupazioni relative a fughe di dati e alla gestione inappropriata delle informazioni.
"Questa ricerca dimostra che l’IA è cruciale per migliorare efficienza e innovazione, ma richiede un approccio bilanciato. Le aziende devono garantire trasparenza, sicurezza e affidabilità, ponendo sempre al centro le persone e le loro esigenze," ha dichiarato Laura Villa, Marketing Lead di UNGUESS. "Per sfruttare al meglio l’IA, è necessario investire nella formazione, mitigare gli impatti negativi e promuovere un dibattito aperto sulle implicazioni etiche e sociali di questa tecnologia trasformativa."
Livello di preoccupazione e impatto etico
Gli intervistati esprimono preoccupazioni moderate sull’impatto dell’IA, con una valutazione media di 3,4 su 7. I temi principali di allarme riguardano la riduzione del controllo umano, la privacy, la sicurezza dei dati e il rischio di perdita di posti di lavoro.
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